giovedì 8 marzo 2012

Gattolicesimo

... ovvero: miagolando sotto la pioggia...

Original Soundtrack: All the Crazy Cat Ladies (Put A Cat On It)
Ultimamente mi capita di rendermi conto di colpo di trovarmi preda di attacchi di tachicardia, attacchi improvvisi; uno degli ultimi mi è venuto un paio di settimane fa mentre mi trovavo in fila alla posta. Certo, c'è da dire che lo stazionare in un luogo pubblico dove c'è gente che ti sbircia tra le dita per vedere quale sia il tuo numeretto per poi mettersi a dirigere il traffico dell'utenza non aiuta.
Suppongo sia evidente che per avere questi micro attacchi di panico il problema non possa essere costituito solo dalla folla alla posta. Sabato sera però ho trovato un rimedio infallibile, un antidepressivo naturale: un gatto, su di me, che fa le fusa. Che fa le fusa su di me come se io fossi l'unica persona al mondo capace di fargli fare le fusa.
Questi (più o meno) pelosi esserini tanto tanto stronzi mi rendono tanto tanto felice, soprattutto quando scelgono di farsi fare le coccole da me in una stanza piena di gente. Non vi dico la gioia quando ha iniziato a farmi i massaggini, un brodo di giuggiole che non finiva più. 

Se non l'avessi ancora palesato, sono un'amante dei gatti - non in senso biblico, ça va sans dire.

Avete presente quelle femmine che vedono un neonato, un bambino e non capiscono più niente? Ecco, io divento così coi gatti, una demente, una rincitrullita, una melliflua; il diabete scorre nelle vene del cervello e me le ostruisce. Sono una di quelle che finirà a vivere senza alcun umano ma in compagnia di quattro gatti.
Nella prossima vita voglio rinascere gatta. Almeno potrei comportarmi come faccio sempre e nessuno avrebbe nulla da biasimare. Pensateci un po' su: un cane si comporta male e subito tutti a dirne su un paio al padrone; i gatti fanno quello che vogliono e nessuno dice mai niente, anzi "beh è un gatto, è normale che faccia così".
La rete è piena di riferimenti a gatti contro cani, cosa pensa il cane, cosa pensa il gatto. Per il cane noi padroni siamo dio in terra, per il gatto nelle migliori delle ipotesi siamo i suoi cucciolini da educare (i famosi topi/uccellini che scambiamo per doni in realtà devono essere letti come "ehi guarda, impara a cacciare piccolo mio", oppure come una palese dimostrazione di potenza - se voglio t'ammazzo e in maniera atroce). Forse siamo solo il loro parco giochi unito all'apriscatole.
Immaginatemi, io in adorazione di un gatto, il quale mi comunica in maniera cristallina che in realtà non gliene frega niente di chi lo stia idolatrando perché lui desidera solo del sangue. Mio o di un altro non importa, deve essere sangue.
Diciamo una frase forte, ammettiamo a chiare lettere che chi non ama i gatti e il loro modus vivendi non ama nemmeno le donne per quello che sono, le sopporta, le tollera. Non le ama.
Il gatto fa quel che vuole. Si trova in mezzo a essere umani che gli creano idiosincrasia? Decide di andarsi a nascondere (anche io faccio così).
Ha voglia di risistemare la propria autostima? Decide quando puoi fargli le coccole e quando non gli va più, se sei fortunato si alza e va via, se non sei fortunato ti lancia un'unghiata (come le donne).
Se non piaci al gatto, lui ti soffierà. Allo stesso modo se un ragazzo che ci prova non ti piace, applicherai la tecnica nella misura umana.
Lezione fondamentale da imparare: sa come arruffianarsi le attenzioni. Donne è arrivato l'arrotino!
Puoi chiedere al gatto di amarti, puoi mostrarti spalmato a terra pronto per ogni tipo di vessazione; se il gatto non è interessato non è interessato. Al contrario, se gli scateni subito un interesse, se sente di potersi fidare, è subito tuo (qualcuno sussurra dalla fila di dietro: come le donne).
Può essere il gatto più stronzo e vendicativo del mondo, uno di quelli che ti sopporta talmente poco che più che ignorarti, ti attacca le caviglie appena può. Però se lo trovi nel momento giusto, quando ha paura di qualcosa, si lascia addirittura aiutare e prendere in braccio (salvo poi saltare via come un ingrato e tornare alle vecchie abitudini non appena si riprende).
Chi prende un cane, come Tereza nel libro di Kundera, è qualcuno che ha bisogno di essere rassicurato da una presenza costante, da una presenza che ha bisogno che qualcuno si prenda cura di lui; qualsiasi cosa tu faccia fare al cane, ne è entusiasta. Così è troppo facile. Chi non sa gestire il gatto è perché conosce solo la prossemica del canide. Sono invertite, fatevene una ragione.
Esperienza personale: cagnolino che doveva indossare il guinzaglio e che ovviamente non voleva. Vedeva avvicinare il padrone e, avendo intuito la solfa, si allontanava. Arrivo io, donna gatto, che lo attira con la scusa delle coccole e quando arriva a fidarsi - ZAC - guinzaglio messo.
Chi si aspetta l'eterno entusiasmo da un animale da compagnia non può reggere un gatto che miagola perché vuole entrare, poi vuole uscire, che vuole i grattini, che poi non li vuole, che ti vuole bene però ci deve pensare bene. 
Non che non mi piacciano i cani, ma con loro è troppo facile: li chiami, vengono. Vuoi giocare? Anche loro vogliono. Un po' come avere un corteggiatore che fa tutto ciò che gli chiedi, niente suspance.
Ammettiamolo, è insito nella natura femminile, aneliamo la fedeltà di un cane ma in realtà preferiamo l'incostanza del gatto.

Come mi capita spesso (sempre), mentre vado in giro per la rete, vengo colpita da questa o da quella immagine, tanto per avere un contributo fotografico dalla regia (cit.) per avallare i miei deliri.


Colgo l'occasione per affermare quanto trovi la teoria illustrata dall'immagine piuttosto errata. Non mi è mai successo di preoccuparmi più di tanto per un uomo che dimostri la sua indipendenza dalla mia persona; sarà perché io stessa mi reputo una gatta (da ripetere ad libitum). 

Ma passiamo piuttosto alla ricetta della settimana, sennò che cosa ci sto a fare?
Non ha un nome, non ho voglia di inventare un nome. Cucinatevela, mangiatevela.

Ingredienti:
- 250 grammi di farro
- pesto q.b.
- 140 grammi di tonno
- 3 carote
- 2 zucchine
- 4 uova

Lavate il farro, mettetelo in pentola in acqua fredda e salata. Quando inizierà a bollire puntate il timer su 35-40 minuti di cottura. Intanto tagliate a julienne carote e zucchine, aggiungete le uova, salate e aggiungete, se viva, pepe, erbe aromatiche (prezzemolo, erba cipollina) o spezie (paprika, curry, zenzero). Versate il composto in una teglia di 26cm di diametro foderata di carta forno e infornate per 30 minuti a 200° (se non doveste essere fanatici delle verdure croccanti allora fatele prima saltare un po' in padella, ma io non lo farei se fossi in voi). Quando la sfornate, lasciatela intiepidire, poi tagliatela a quadrettoni.
Scolate il farro, aggiungete il tonno (eliminate più olio possibile dalla scatoletta) e il pesto, rimestate per bene. Quanto servite spruzzate pure della granella di pistacchio (ma se avete il pesto di pistacchio è ancora meglio).


2 commenti: